MAO – La storia continua ….

Pubblichiamo la nostra risposta all’EMYA riguardo la situazione del MAO.

Non preoccupatevi, come diceva già Flaiano, la situazione è grave, ma non è seria.

Ecco la lettera inviata:

Gentili Membri del Consiglio di Amministrazione del European Museum Forum
Gentili Membri della Giuria del premio EMYA
Gentili candidati al premio EMYA 2016

Abbiamo attentamente letto la vostra lettera datata 8 marzo 2016 (in
allegato) e dobbiamo dire che siamo alquanto sorpresi che
un’organizzazione che “si ispira ai criteri di innovazione e pubblica
qualità in tutti gli aspetti connessi alla museologia e alle pratiche
museali” insieme ad una stimata giuria composta da “direttori esperti,
professionisti dei musei e membri dell’ICOM” sembri ritenere la nostra
dettagliata e documentata lettera parte di un “dibattito interno” in
cui la vostra organizzazione non è e non deve essere coinvolta.
Riteniamo che sia fondamentale che siate informati sul recente
background del museo che avete scelto come finalista per il premio
“Miglior Museo Europeo dell’Anno”. Questo background non è sconosciuto
al grande pubblico ed è stato discusso in Consiglio Comunale e sulla
stampa nazionale, quindi come può una giuria internazionale non
tenerne conto?

Non si tratta di un dibattito “interno”: il bando per la posizione di
direttore del MAO era un bando internazionale. Il fatto che un bando
internazionale si sia concluso come descritto nella nostra precedente
lettera è ben lontano dai criteri di “qualità” nelle pratiche museali.
Il fatto che la mostra che è seguita a quella con cui il MAO si è
candidato al premio sembri aver violato le regole etiche
internazionali, il codice etico museale dell’ICOM e il codice etico
dell’alleanza dei musei americani, che afferma che i curatori non
devono essere rivenditori attivi nelle aree di interesse del museo,
non è un “dibattito interno” e ha molto a che vedere invece con i
criteri di trasparenza nella pratica museale.

Nella vostra risposta si fa riferimento al rinnovo di una sezione
dell’esposizione permanente (Sud Est Asiatico, Cina e Giappone) al
primo piano. E’ lo stesso rinnovo che ha suscitato un dibattito
pubblico sulla stampa e in consiglio comunale in merito alla poca
trasparenza relativa ai costi dell’operazione. Siamo consapevoli che
nella vostra modulistica (1) avete chiesto ai candidati di dichiarare
quali sono stati i costi del rinnovo, quindi vi invitiamo gentilmente
a controllare se corrispondano a quanto emerso in seguito alle
insistenti interpellanze dei consiglieri comunali (236.000 euro + 22%
IVA)

Abbiamo inteso dalla vostra lettera inoltre che anche l’architetto
Andrea Bruno, che ha firmato e realizzato il progetto originario del
museo, vi abbia scritto il 2 marzo. Come certamente saprete, il Dott.
Bruno è un consulente di primo piano dell’UNESCO conosciuto per le sue
modifiche contemporanee ad edifici storici e il loro riutilizzo
adattativo (2). Quindi speriamo che vi abbia riferito il suo commento
sul Giornale dell’Arte in merito al progetto di riallestimento della
sezione da voi menzionata come “in linea con i nostri requisiti”:
“Un’operazione da talebani, paragonabile alla recente e scellerata
distruzione e all’accanimento sulle collezioni del museo di Mosul” (3)

Per di più, la sezione “Sulla via delle spezie. Terre, popoli,
conquiste” non è nemmeno una sezione del museo, ma una mostra
temporanea di fotografie. Comprendiamo perfettamente dal vostro bando
(4) che le mostre temporanee o le esposizioni semi-permanenti possano
essere oggetto di candidatura. Ci auguriamo però che siate consapevoli
che questa mostra è stata organizzata da e sia consistita
principalmente in fotografie di National Geographic con integrazioni
minori dalle collezioni del museo. Non è nemmeno chiaro se qualcuno
del MAO sia stato coinvolto nella scelta delle immagini di National
Geographic o meno.

Come organizzatori e membri della Giuria dell’EMYA, avete una
responsabilità morale nell’individuare “nuovi sviluppi che potrebbero
avere una significativa influenza nel campo museale nazionale ed
internazionale” e di scegliere vincitori che “abbiano qualcosa di
speciale che cambi gli standard di qualità dei musei in Europa”. Siamo
convinti, assieme ai membri e simpatizzanti della nostra Associazione
che sono professionisti nell’ambito museale, che questo non sia il
caso del MAO. Stiamo combattendo da oltre un anno per denunciare
quello che è un vergognoso esempio di mala gestione di un’istituzione
museale europea ed è nostra ferma intenzione continuare a farlo.
Dopotutto il vostro premio è chiamato “Museo Europeo dell’anno” e non
“Sezione o mostra temporanea Europea dell’anno”.

Cordiali saluti
Siamo Torino

1) http://www.georgianmuseums.ge/ckfinder/userfiles/files/emya2016applicationform%20%281%29.pdf
2) http://whc.unesco.org/archive/websites/valencia/us/conference/participants/pgs.part/bruno.htm
3) http://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/2015/3/123706.html
4) http://icom-portugal.org/multimedia/documentos/EMYA%202016%20Call%20for%20application%20and%20guidelines_fin.pdf

Per corretta informazione, alleghiamo qui di seguito la lettera di risposta inviataci dall’ EMYA:

Risposta dell’EMYA

 

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Autore dell'articolo: Andrea Peinetti

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