Il primo grazie ai torinesi (in attesa del secondo)

Questo è il primo grazie che porgiamo a tutti i torinesi con grande orgoglio e grande felicità,.

Siamo partiti in ritardo, dopo aver aspettato e sperato fino all’ultimo che dalle macerie di un centro destra allo sbando potesse emergere un qualche moto di orgoglio.

Poi ci siamo butttati al lavoro, come siamo abituati a fare da una vita.

E abbiamo cominciato a raccogliere soddisfazioni.

Le prime dai certificatori.

Li dobbiamo ringraziare tutti. Si sono messi a disposizione negli orari più disparati, armati di timbro e tampone, pronti a controllare ogni singola firma apposta sui moduli.

 

 

Le seconde dagli oltre 600 firmatari. A loro vogliamo dedicare un abbraccio forte, un ringraziamento non solo per ogni singola, preziosa firma; ma anche e soprattutto per l’incoraggiamento che ci hanno dato, per la voglia di cambiare dopo ottomilasettecento giorni (avete letto bene, lo  ripeto, ottomilasettecento giorni) di amministrazione unica.

Torino ha voglia di cambiare. Torino sente l’esigenza di aria nuova e fresca.

Noi lo abbiamo toccato con mano nei mercati, in centro, nelle periferie, nei mille incontri fatti.

Da troppi anni la nostra città si è sclerotizzata con una amministrazione che ha perso ogni fantasia, ogni capacità di innovare, che ha tolto il fiato alle piccole attività, ha perso le grandi e neanche sa più cosa sia l’artigianato.

Abbiamo visto desertificare le periferie con la nascita di troppi ipermercati, abbiamo visto il degrado prendere il sopravvento in una città che haceracto di mantenere pur sempre la propria orgogliosa dignità.

Eppure il nostro attuale (e ormai stanco) sindaco è convinto che Torino abbia pochi problemi.

Annuncia il decentramento dei servizi comunali in periferie lontane come Porta Susa, dimostrando di aver completamente dimenticato che Torino si allunga ben più in là.

Asserisce convinto che gli abitanti della dorsale di Corso Francia si sentono ormai al centro della città, serviti come sono dalla Metro. E’ evidente cha da tempo non parla con nessuno di loro.

Ammette qualche piccolo disagio in Barriera, risolto dal prossimo arrivo della Metro 2. Fingendo di non sapere che una comunità abbandonata a sè stessa non trova conforto in un rapido spostamento in altre zone.

Ignora le proteste dei commercianti di via Nizza, sfiancati dai lavori in corso per la Metro (sempre lei!) da oltre dieci anni.

E solo poco più giù, dopo aver ignorato per anni il degrado del palazzo di Nervi, permette lo scempio e la cementificazione di un parco amato dagli abitanti in cambio di una delle mille “riqualificazioni” che altro non è che una ennesima mega costruzione in grado di distruggere le attività confinanti.

E questa è solo un piccolo elenco, un volo veloce sulla città.

Potremmo allungare e aggiungere ancora mille argomenti, dalle partecipate comunali (troppe e troppo indebitate) alle nomine sospette (il MAO come esempio eclatante), dai costi delle cremazioni alla raccolta rifiuti.

Non è necessario dilungarsi perchè chi vive a Torino conosce bene la situazione: ci sono gli inclusi (quei 300 nomi che si sono spartiti a rotazione incarichi e prebende, insieme a tutte le loro catene di favori) e gli esclusi (gli artigiani, i commercainti, le piccole imprese, gli abitanti delle periferie).

E noi siamo qui per gli esclusi. Da oggi tutti loro hanno un punto di riferimento, una lista che combatte per riportare la voglia di fare comunità, la voglia di intraprendere, la gioia di vivere in un comune attivo.

Noi siamo pronti a spaventare i giganti e siamo pronti a ringraziare i torinesi per la seconda volta, il giorno dopo le elezioni.

Siamo sicuri che ci saranno molte sorprese.

Nei prossimi giorni cominceremo a dare qualche scossa, che farà venire i brividi a chi da troppo tempo detiene il potere.

Un modo salutare per rivitalizzare la città, le nostre scosse.

GRAZIE TORINO

  

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Autore dell'articolo: Andrea Peinetti

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